La torta rustica con farina di farro integrale, noci e albicocche secche ha una storia tutta sua, una storia fatta di esperienze autunnali, stupore e incanto.
Per molto tempo ho pensato che l’autunno fosse la stagione della decadenza, della tristezza, del grigiore; un lento spegnersi della natura caratterizzato da nebbia, colori sbiaditi e umidità. L’autunno mi ha sempre messo tristezza. L’ho sempre visto come un inevitabile periodo di transizione tra la libertà delle uscite d’estate e il calduccio in casa dell’inverno. Una parentesi freddina, umidiccia e fastidiosa.
Poi negli ultimi anni è scattato qualcosa e ho scoperto che mi stavo sbagliando, e di molto. Ho iniziato a vedere cose che prima non vedevo, ad apprezzare profumi e sensazioni di cui non mi ero accorta; ho iniziato ad amare l’autunno e i suoi colori, a percepirlo come un languido sospiro della natura, un piccolo sbadiglio di chi si prepara ad accucciarsi al caldo e a dormire per un po’.
La torta rustica con farina di farro integrale, noci e albicocche secche nasce proprio da queste sensazioni, dalla voglia di mettere un po’ di autunno in una torta ma anche di raccontare una esperienza particolare.
Quest’anno, un po’ per caso, un po’ perché stanchi dalla vita sedentaria dovuta allo smart working degli ultimi – lunghi – mesi, abbiamo deciso di concederci una piccola immersione nella natura autunnale del Parco delle Foreste Casentinesi. Grazie alle escursioni proposte in occasione del fall foliage fest abbiamo potuto goderci la natura nella piena luce del giorno, abbracciare alberi, odorare essenze, scoprire in che albero risiede la nostra personalità.
Credevo che non ci fosse miglior modo per entrare in contatto profondo con la natura, per immergermi nell’autunno. E, ancora una volta c’era un’esperienza dietro l’angolo, pronta a dimostrarmi che mi sbagliavo.
Dopo una mattinata fuori in escursione e un pomeriggio di riposo in locanda, nel caldo della nostra camera, io e Daniels prepariamo l’attrezzatura adeguata e partiamo da Pianetto direzione Pratovecchio. Percorriamo per un’ora la strada di montagna che attraversa il Parco, collegando Emilia Romagna e Toscana. Ogni curva una sorpresa, uno scorcio, un angolo perfetto per essere fotografato. Arriviamo alla nostra meta, il Bio Agriturismo Lucatello al calar della sera.
Veniamo accolti da Maura e Marcello, i proprietari dell’agriturismo e ci sentiamo subito a casa. Dopo qualche parola di introduzione alla nostra escursione notturna alla ricerca del bramito del cervo, partiamo per l’ignoto. Perché sì, per la prima volta abbiamo deciso di provare un’escursione notturna senza avere la minima idea di che effetto potesse fare questo tipo di esperienza. Per noi è stata una vera sorpresa.
Arrivati al punto di partenza del percorso Maura, che, tra le altre cose è anche Guida del Parco, ci chiede di spegnere tutte le luci e di non accenderle mai durante il percorso. I nostri occhi si devono abituare all’oscurità che, per la cronaca, non diventa mai totale, nemmeno a notte fonda. A poco a poco scopriamo cosa significa camminare nel bosco guidati solo dalla luce della luna. Ora, immaginate di camminare nel buio quasi totale, fuori, in una foresta. C’è uno speciale senso di abbandono in tutto questo, nell’affidarsi ad una guida che sa la strada e a pochissime percezioni visive. La vista è quasi inutile, ma gli altri sensi si affinano.
Le orecchie sentono ogni fruscio, il naso si riempie del profumo dell’autunno, si riescono a sentire distintamente il battito del proprio cuore e il rumore del proprio respiro. Poi magicamente, è il momento di rientrare alla base.
Troviamo il camino acceso e Marcello ad accoglierci per cena. Assaggiamo un buonissimo infuso caldo di limone e foglie d’alloro (da provare!), un vino rosso che scalda le ossa quasi più dell’infuso, diversi salumi e formaggi locali, patate viola, un olio toscano sul pane abbrustolito dalle braci, un meraviglioso farro con cipolle e pomodoro, una torta di cui cerchiamo di carpire i segreti. Maura e Marcello si siedono con noi, ci raccontano delle loro esperienze, dei loro viaggi in moto, dei loro progetti.
Ci spiegano che se non fosse per il covid, saremmo tutti seduti alla stessa tavola a condividere il pane e le nostre storie. Ci riusciamo lo stesso, anche se distanziati, perché alla fine la vera distanza non è quella fisica ma le barriere sociali che quotidianamente ergiamo, presi dalla routine di tutti i giorni.
Finiamo la serata a malincuore, ma vogliamo portarci un po’ di Maura e Marcello con noi. Compriamo la loro farina di farro e il loro farro integrale con la speranza di riuscire a mettere un po’ di tutto questo in qualche ricetta. La torta rustica con farina di farro integrale, noci e albicocche secche è solo un tentativo, ma per noi rimarrà sempre legata a questi ricordi e a queste sensazioni.
Per chi di voi si stesse chiedendo se abbiamo sentito il bramito del cervo, la risposta è no. Con grande rammarico di Maura, il bosco è rimasto in totale silenzio durante tutta la nostra visita, e i suoi innumerevoli tentativi di farci avvistare qualcosa nei prati di solito battuti dai cervi sono stati fallimentari. Ma la natura riserva sempre qualche sorpresa: sulla strada del ritorno, un’altra ora di auto in solitaria in mezzo alle foreste, una maestosa cerva si è mostrata in tutta la sua bellezza. Era proprio lì ad aspettarci, come ultimo regalo di questa meravigliosa esperienza.
[Ingredienti]
- farina di farro biologico integrale [320 grammi]
- zucchero semolato [200 grammi]
- uova [2]
- olio di semi [100 grammi]
- latte [250 millilitri]
- lievito per dolci vanigliato [una bustina]
- noci [8]
- albicocche secche [8]
[Ricetta]
- Come primo passaggio, unire gli ingredienti secchi, ovvero la farina, lo zucchero e il lievito.
- In una ciotola a parte amalgamare gli ingredienti liquidi, ovvero le uova, l’olio e il latte.
- A questo punto, si procede unendo gli ingredienti liquidi e quelli solidi in modo da creare un impasto liscio e omogeneo.
- Come ultimo passaggio, incorporare i gherigli di noce tritati grossolanamente e le albicocche spezzettate.
- Prima della cottura, predisporre uno stampo a cerniera, ungendolo con burro e cospargendolo di pangrattato per evitare che l’impasto si attacchi durante la cottura.
- Versare impasto nella teglia e cuocere per circa 50 minuti a 180°.
Siete alla ricerca di qualche altra ricetta a base di farro perché proprio non potete farne a meno? Provate questo farro al pesto di basilico, pomodori secchi e olive nere.